Sostenibilità

Finestre verdi di opportunità: per i Paesi emergenti ma anche per l’Italia

Uno degli elementi che frenano la transizione ecologica nei paesi emergenti è senza dubbio il costo – economico e tecnologico – per effettuare il passaggio; tuttavia – lo dimostra la Cina – riuscire ad adottare politiche di supporto ai sistemi di innovazione permette di recuperare questo gap. Ne parliamo con Roberta Rabellotti del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, che ha scritto un articolo sulle “finestre verdi di opportunità”

Lo dimostrano ogni giorno le cronache, in tutto il mondo: il tempo per attivare il passaggio a un’economia green è sempre meno. . Nonostante l’urgenza e il tema, dibattuto e conosciuto da anni, siamo ancora alle prime fasi del percorso di transizione ecologica dell’industria.

Con le aziende – nei giorni scorsi Eni avvisava dei grandi costi economici legati al passaggio – ancora recalcitranti a un impegno davvero green, di vixione, oltre che di investimenti, di lungo periodo.

La politica e le istituzioni, per fortuna, cominciano però a percepire l’urgenza di scelte green tanto che, al G20 di Venezia, si è ribadito che il costo elevato in questa fase sarà largamente ripagato nei prossimi anni… pena il disastro climatico.

Ma, se per i Paesi del G20 questa urgenza è stata recepita e le tecnologie sono disponibili, una naturale resistenza al processo di transizione arriva dai Paesi emergenti che vedono più di un punto di attenzione.

Tuttavia le finestre verdi di opportunità sono un importante fattore nella creazione di nuove opportunità per lo sviluppo dei ritardatari.

Non solo, la domanda e il cambiamento tecnico guidato dalla necessità della transizione ecologica possono influenzare la direzionalità dello sviluppo dei ritardatari che ahnno un ruolo importante nel raggiungimento della trasformazione verde globale. Ma le Gwo non riguardano soltanto questi Paesi perché possono influenzare anche Paesi come l’Italia che, attraverso gli investimenti del Pnrr possono sviluppare un’economia green espansiva in questi mercati.

L’articolo scritto dalla Rabellotti si focalizza sui settori dell’energia verde con caratteristiche diverse e su un’economia emergente, la Cina, che si sta muovendo rapidamente verso la leadership in diverse tecnologie verdi.

In particolare la sua analisi ricerca quali sono le traiettorie che si osservano nelle diverse industrie verdi; cosa caratterizza le Gwo e se sono guidate principalmente dalla tecnologia, dalla domanda, dai cambiamenti istituzionali o da una combinazione di questi aspetti.

Infine si cerca di capire quali sono i fattori chiave che determinano i cambiamenti di leadership nelle diverse industrie verdi e in che modo le risposte a livello aziendale e di sistema influenzano le traiettorie dei ritardatari.

Green Planner alla ricercatrice dell’Università di Pavia, ha posto alcune domande per capire come queste finestre di opportunità possono avere effetto anche sulla nostra economia.

In che modo le aziende italiane, attraverso le finestre di opportunità, possono giocare un ruolo anche in queste economie emergenti?

Le Gwo non riguardano solamente i paesi emergenti. Il Pnrr e all’interno di questo il Green Deal rappresenta una fenomenale finestra verde di opportunità per le imprese italiane.

Ma solo se verranno predisposte misure rivolte a rafforzare la capacità produttiva nazionale, evitando gli errori degli incentivi sul fotovoltaico nel periodo 2009-2013 durante il quale il boom della domanda è andato prevalentemente a vantaggio delle imprese cinesi di produzione di pannelli solari (se si escludono le attività di design e installazione).

Come spiega il caso della Cina lo sfruttamento delle Gwo non è automatico ma è necessario lo sviluppo di un sistema di imprese e istituzioni di ricerca in grado di cogliere le opportunità offerte dalle politiche.

Quindi bisognerebbe identificare quelle tecnologie e quei segmenti di mercato nel quale l’Italia possiede vantaggi comparati e da lì partire per la costruzione di un sistema competitivo attraverso non solamente incentivi alla domanda, ma anche sostegno all’offerta e alla creazione di competenze specializzate.

Le politiche energetiche dovrebbero essere accompagnate da politiche industriali e dell’innovazione. In questo la Cina ha molto da insegnare a un paese come l’Italia dove le politiche e i ministeri tendono spesso a non comunicare tra loro.

Come lei spiega bene nel suo articolo, in alcuni settori in Cina le tecnologie sviluppate sono diventate anche leader mondiali: questo lascia spazio nel mercato alle aziende straniere?

Il mercato cinese è ovviamente molto grande e sarà in grande espansione nei prossimi anni. La capacità tecnologica della Cina è cresciuta molto, ma le imprese cinesi hanno ancora bisogno di acquisire competenze tecnologiche dalle imprese occidentali.

Questo per esempio è sicuramente vero in un settore come quello eolico, nel quale le imprese cinesi hanno recentemente effettuato diverse acquisizioni di imprese danesi o tedesche.

Tuttavia questi non sono settori dove le imprese italiane sono particolarmente competitive. Naturalmente nel mercato cinese c’è spazio per grandi imprese come Eni o Enel, che per esempio ha iniziato a operare in Cina nel settore dell’e-mobility fornendo le tecnologie per le infrastrutture dei sistemi di ricarica dei veicoli elettrici.

Infine, ritiene che ci possa essere una value proposition delle nostre aziende per rendersi interessanti nei paesi emergenti?

Credo che il Pnrr potrebbe essere una occasione importante per passare da una visione di breve periodo a una visione di lungo periodo.

Inoltre è importante che la produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica da fonti rinnovabili si presentino nei mercati internazionali in maniera unitaria.

Se adeguatamente sostenuto da un cambiamento tecnologico, un ambito nel quale le imprese italiane potrebbero competere nei mercati internazionali è quello della smart grid e della digitalizzazione dei piccoli impianti.

Il Pnrr potrebbe rappresentare un’occasione unica per investire sul miglioramento tecnologico in questo settore, rendendolo competitivo a livello internazionale.

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